Ciao Ragazze,
molte di voi mi stanno scrivendo km e km di messaggi e mail dove mi dite che volete un cambiamento, che volete andare in Parlamento a far sentire la Vostra voce, che volete una legge nuova o un rinnovamento della 1/90, che volete una nuova struttura della formazione dell’estetista ect ect ect…
Come sapete, nel 2016 ero in Parlamento proprio per questo. Chiedere la modifica della 1/90.
Ho avuto modo di farmi spiegare dal parlamentare On. Donati , come funziona per sommi capi la procedura per avere l’approvazione da parte del Parlamento, di una proposta di Legge o di una proposta di rinnovamento di una legge già esistente.
Il riassunto è questo ma vi invito a leggere comunque tutto nel dettaglio per poi fare assieme una riflessione finale.
- innanzi tutto bisognerebbe mettersi intorno ad un tavolo e redigere una proposta di legge redatta in articoli il più dettagliata possibile sotto i molteplici aspetti che si andrebbero a toccare. Vi invito a prendere carta e penna e provare, tenendo sott’occhio la 1/90 e il DL 206 per avere una traccia da seguire
- raccogliere minimo 50.000 firme
- presentare la proposta con le firme, a uno dei due presidente delle camere
- il presidente lo presenterà alla sua camera di competenza
- la camera deve verificare il computo delle firme e accertare la regolarità della richiesta.
- verrà poi valutata/discussa e proposte eventuali variazioni e/o modifiche
- votato e nel caso, approvata
- il Capo dello Stato attesterà che il testo è stato approvato quale legge e ne ordina la pubblicazione e l’osservanza.
Premettendo che non mi occupo di politica, vi riporto le informazioni prese dal sito che mi aveva indicato lui.
La Costituzione stabilisce che la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere (art. 70). Ciò significa che per divenire legge un progetto deve essere approvato nell’identico testo da Camera e Senato.
Il procedimento di formazione della legge (il così detto iter) si articola perciò in fasi successive:
- la presentazione del progetto (iniziativa legislativa)
- l’approvazione della Camera a cui è stato presentato per prima
- la trasmissione del testo all’altra Camera e la sua approvazione nella medesima formulazione o con modifiche: se viene modificato, il progetto passa da una Camera all’altra, finchè non venga approvato da entrambe nell’identica formulazione (è la così detta navette)
- la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica (che può rinviare la legge alle Camere per un riesame) e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Iniziativa legislativa
Consiste nella presentazione ad una delle due Camere di un progetto di legge, composto da uno o più articoli e preceduto da una relazione illustrativa. Spetta al Governo, ai singoli deputati e senatori (ciascuno nella Camera a cui appartiene), al popolo (50.000 elettori), al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ed ai Consigli regionali.
La legge di iniziativa popolare è un istituto legislativo relativo all’iniziativa legislativa, mediante il quale i cittadini possono presentare o al Parlamento o a un ente amministrativo locale (come la Regione) un progetto di legge che sarà discusso e votato.
“Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli” (art. 71 della Costituzione). Gli articoli 48 e 49 della successiva legge25 maggio 1970, n. 352,[1] stabiliscono che il progetto, accompagnato dalle firme degli elettori proponenti, deve essere presentato a uno dei Presidenti delle due Camere, il quale lo presenta alla Camera di competenza, la quale deve verificare il computo delle firme e accertare la regolarità della richiesta. Non ci sono limiti se non quelli previsti per l’iniziativa riservata.
(Fonte http://legislature.camera.it)
Capite bene che dovrei riscrivervi la Costituzione e molti altri articoli di legge, in riferimento al come si legifera in Italia, ma già qui ci sono una discreta fonte di informazioni di base.
Ora, vorrei invitarvi a riflettere facendovi delle domande:
Quante di voi avrebbero il tempo per impegnarsi attivamente in un progetto così ambizioso?
Quante di voi investirebbero denaro per questo?
Quante di voi avrebbero voglia di immergersi in questo mondo politico che parla una lingua quasi incomprensibile a volte (a mio parere)?
Per cambiare le cose, bisogna volerlo si, ma poi bisogna far seguire delle azioni.
Ad esempio, il 04/06 ho appoggiato un’idea di una collega per raccogliere la “Vostra voce” e portarla ai piani alti del nostro settore.
C’era da farsi un selfie o un video selfie con voi o al vostro bigliettino da visita (non aveste voluto mostrare il viso) e una scritta:
“Si scrive estetiste, si legge professionista”. Sapete quanti ne ho ricevuti? 30!
Solo 30!
Altro esempio: ci sono diverse petizioni che riguardano il nostro settore, su change.org. C’è da mettere la propria mail per firmare e sostenere queste petizioni. Quella che ne ha di più (ed è già oltre un anno che viene promossa) conta 1500 firme.
Siamo lontanissimi da quel numero che vi ho scritto all’inizio: 50.000
In Italia ci sono oltre 120.000 partita iva del nostro settore ma gli operatori sono ben di più.
Possibile che non si riesca ad essere unite e coese per una cosa così importante che, a leggere da ciò che mi scrivete e da quante me lo scrivete, è desiderata in modo profondo?
E le associazioni di categoria NO
E muoversi per fare qualcosa in autonomia NO
Proviamo a trovare del buono anche dove c’è qualcosa che non ci piace del tutto, diventiamo partecipi per cambiare e, insieme, TUTTE, eleveremo la professionalità dell’estetista!
Ragazze le cose, se non si agisce, non cambieranno mai e diventa inutile spendere energie a posteriori, facendo le leonesse da tastiera su Facebook.
Qualcuna di voi ha qualcosa di concreto da proporre?
Scrivetemi v.benedetto@estetispa.it
La Vostra Valentina