Sto seguendo molto da vicino la vicenda sul nuovo divieto inerente, il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide, meglio conosciuto come TPO, che è un ingrediente che viene utilizzato principalmente nei prodotti nail (gel e semipermanenti) come fotoiniziatore, per far indurire il prodotto quando viene esposto alla luce. Ma a partire dal 1° settembre 2025 sarà completamente vietato nei cosmetici in Europa.
Il motivo? È stato riclassificato come sostanza CMR di categoria 1B, quindi potenzialmente cancerogeno, mutageno o tossico per la riproduzione.
Ne ho parlato nel dettaglio qui👉🏼 Stop al TPO nei cosmetici
Ma oggi raccolgo lo sfogo di un imprenditore italiano del settore nail che ha scelto di fare una riflessione che onestamente condivido e che mi sento di riportare in toto di seguito👇🏻
Questo post ha carattere personale. Non aziendale.
Ultimamente mi trovo spesso a riflettere, e sì, anche a sorridere amaramente, sulla situazione attuale del nostro settore: l’estetica, e in particolare il mondo nails.
Mi chiedo tante cose…
Mi chiedo perché alcune aziende continuino giocare con le estetiste e onicotecniche con la questione TPO.
Grandi promozioni a maggio per svuotare i magazzini con prodotti che da settembre saranno vietati.
E ora, come se niente fosse, offrono di “ritirare” quei prodotti… facendoli pagare una seconda volta, in versione “conforme”.
In pratica: stessa cliente, stesso prodotto, due volte il costo. A vantaggio dell’azienda.
Mi chiedo anche: tutti questi prodotti svenduti online, dove finiranno davvero?
La risposta, purtroppo, è semplice: nel mercato domestico.
Nelle mani del competitor numero uno dell’estetista: chi lavora in casa, in modo non regolamentato, senza controlli, spesso con poche competenze, senza attrezzi sterilizzati… facendo concorrenza sleale sui prezzi.
Prezzi che l’estetista vive, GIUSTAMENTE, con frustrazione.
E allora mi chiedo: perché tante professioniste continuano a comprare da marchi che vendono ovunque, a chiunque?
Online, offline, marketplace, social, siti, sconti 50, sconti 70 ecc…
Perché continuare a sostenere aziende che forniscono anche chi le danneggia?
Il mercato è libero, certo.
Ma parliamo sempre di qualità dei prodotti, di performance, di promozioni.
Forse, per rispetto del nostro lavoro, dovremmo iniziare a parlare anche di qualità delle scelte.
Perché sono le scelte che fanno il mercato.
Scegliere un brand che ha venduto prodotti con TPO anche quando la molecola era sotto osservazione, che li ha poi svenduti per liberarsene, che oggi li “ritira” facendoli ripagare, e che intanto li rimette in circolo, a basso costo a chi lavora in casa (ma non può più usarli in salone)…
è davvero una scelta coerente con la professionalità?
Io me lo chiedo.
E mi chiedo se ci penso solo io…
…oppure se è un pensiero che, anche in silenzio, sta nascendo in tante di voi.A.V.
Ora chiedo a voi: cosa ne pensate?
Vi aspetto nei commenti!
La Vostra Valentina
Proprio oggi ho letto un articolo su 2 centri casalinghi illegali e a tutti gli effetti erano centri estetici provvisti di ogni macchinario ma hailoro senza requisiti, forse è il momento che si chieda a gran voce che questo tipo di intervento non resti uno dei pochi ma uno dei tanti( si pubblicizzano serenamente sui social e questo è già un autodenuncia) .Oggi tutto è venduto a chiunque e chiunque vende di tutto, agli inizi di questa professione non compravi nulla senza partita Iva oggi non è più così, i fornitori per primi si riempiono le tasche creandoci loro in primis concorrenza sleale
Personalmente cerco di rivolgermi a chi vende solo a professioniste ma non sempre è possibile soprattutto nel mondo nails che per fortuna per me è solo un dare quel servizio alle mie clienti.
Penso che ci sia un fondamento di ragione. Mi chiedo però perché anche le riviste a questo punto si allineino alle aziende che sfruttano noi estetiste. Le redazioni sono le prime che dovrebbero evitare di sponsorizzare le aziende che ci prendono in giro. Invece si guarda sempre nelle proprie tasche. Non mi riferisco a voi, ma è il sistema che non va bene.