Needling, quello che devi sapere
I trattamenti di Needling, Microneedling, Nanoneedling permettono di donare alla pelle un aspetto più giovane e migliorano, minimizzano e alle volte cancellano del tutto alcuni inestetismi.
Vediamo cosa sapere e quali sono le differenze tra i 3 trattamenti.
Il consumatore e i trattamenti invasivi
Ringiovanimento, miglioramento delle macchie cutanee, rughe, smagliature, esiti cicatriziali e lassità cutanea sono solo alcuni degli inestetismi che le persone vogliono migliorare, se non addirittura eliminare, dalla loro pelle.
Oggigiorno esistono varie opzioni di trattamento che comprendono, fra le altre, il laser (utilizzabile dai medici) i peeling chimici (utilizzabili in estetica e in medicina estetica a diverse concentrazioni) e gli interventi di chirurgia estetica.
“Se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire” è una frase che avrete già sentito o letto, ma non rispecchia più il desiderio intrinseco dei nostri clienti anzi, la tendenza è sempre di più quella di cercare trattamenti che diano il risultato atteso senza però provare dolore, con tempi di recupero post trattamento, accettabili e dai costi accessibili (aspetto da non sottovalutare).
Il Needling nasce proprio dall’esigenza di trovare una valida alternativa meno invasiva ai trattamenti medici dall’impatto importante.
Che cos’è il Needling
Il Needling (dall’inglese needle = ago) è una moderna tecnica di rivitalizzazione che stimola il meccanismo di auto-riparazione della pelle di viso e corpo, inducendo i tessuti a rigenerarsi autonomamente.
In generale, il Needling è un trattamento medicale non ablativo, il cui principio consiste nel creare migliaia di micro-traumi attraverso l’epidermide, fino al derma papillare.
La cute reagisce a queste micro-ferite del derma papillare, creando una zona di confluenza del sanguinamento superficiale, che rappresenta uno stimolo per l’inizio del processo fisiologico di guarigione delle ferite, producendo nuovo Collagene ed Elastina e rilasciando fattori di crescita che promuovono la rigenerazione dei tessuti.
Alla base c’è un’idea semplice: riprodurre, attraverso il Needling, quello che accade nella pelle quando il corpo subisce una ferita.
Quando ci feriamo, il nostro organismo mette in funzione una serie di processi finalizzati all’immediata riparazione della pelle.
Sono proprio questi i meccanismi di riparazione che chiamano in causa enzimi e proteine che attivano il processo di ricostruzione, mediante la produzione di Collagene ed Elastina messi in campo dall’organismo al fine di riparare la ferita, ma senza cicatrici.
La storia del needling
Needling
Il primo approccio fu il Needling chirurgico: venivano utilizzati aghi di lunghezza e profondità significative (2,5 mm) che creavano sanguinamento.
Questo trattamento era doloroso, pertanto veniva eseguito in sala operatoria con anestesia locale e/o una leggera sedazione da parte dell’anestesista.
Approccio migliorativo rispetto ad un intervento ma ancora un trattamento invasivo per le persone che ci si sottoponevano.
Microneedling
Si passò alla riduzione ulteriore della penetrazione degli aghi, introducendo quello che oggi viene definito Needling medico o Microneedling.
Questo trattamento si esegue in ambulatorio, provoca sanguinamento, ma è sufficiente applicare sulla zona da trattare una crema anestetica di occlusione prima di procedere con il trattamento.
La lunghezza degli aghi varia da 0,5 a 2,5 mm in base a quello che ritiene più opportuno il medico.
Rispetto al Needling chirurgico, si esegue un numero maggiore di sedute distanziate tra loro da almeno 45-60 giorni per avere il tempo di una risposta cutanea senza indurre eccessivo stress alla pelle.
Nanoneedling
L’aumento della richiesta di trattamenti ancora meno invasivi, ha dato vita anche al Nano Needling cosmetico per migliorare la penetrabilità della barriera cutanea e facilitare la penetrazione a livello del derma, delle creme applicate sulla pelle, anche quelle contenenti molecole di grosse dimensioni.
Gli aghi utilizzati in questo caso sono di lunghezza ancora inferiore (0,5 mm) quindi, oltre a non danneggiare gli strati cutanei sottostanti, non provoca dolore, essendo gli strati più superficiali dell’epidermide privi di terminazioni nervose.
Tuttavia provoca un leggero sanguinamento.
Needling: medico o estetista?
Articolo 1.1 – Legge 1/90
La legge 1/90 che disciplina l’attività dell’estetista, all’articolo 1.1 cita
“L’attività di estetista comprende tutte le prestazioni ed i trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano il cui scopo esclusivo o prevalente sia quello di mantenerlo in perfette condizioni, di migliorarne e proteggerne l’aspetto estetico, modificandolo attraverso l’eliminazione o l’attenuazione degli inestetismi presenti.”
Articolo 1.2 – Legge 1/90
All’art.1.2 viene aggiunto che:
“Tale attività puo’ essere svolta con l’attuazione di tecniche manuali, con l’utilizzazione degli apparecchi elettromeccanici per uso estetico, di cui all’elenco allegato alla presente legge, e con l’applicazione dei prodotti cosmetici definiti tali dalla legge 11 ottobre 1986, n. 713.”
Inoltre, sempre all’Art.1.2 viene legittimata l’estetista ad utilizzare prodotti cosmetici per poter erogare i suoi trattamenti e prestazioni. Non altro.
needling uno degli argomenti più dibattuti in estetica professionale
Nel nostro settore l’argomento needling è tra i più dibattuti in quanto, per realizzare questo trattamento, viene utilizzato il dermografo, una tecnologia inserita alla scheda tecnica n°23 del decreto ministeriale 206.
Decreto atteso da quando è stata pubblicata la legge 1/90 che prevedeva, all’art.10.1
“Il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, di concerto con il Ministro della sanità, emana, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale delle categorie economiche interessate, un decreto recante norme dirette a determinare le caratteristiche tecnico-dinamiche ed i meccanismi di regolazione, nonché le modalità di esercizio e di applicazione e le cautele d’uso degli apparecchi elettromeccanici di cui all’elenco allegato alla presente legge.
L’elenco allegato e’ aggiornato con decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, di concerto con il Ministro della sanità, tenuto conto dell’evoluzione tecnologica del settore, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale delle categorie economiche interessate”
Ma torniamo alla scheda tecnica 23 del decreto ministeriale 206.
In questa scheda, viene indicato in modo specifico che il dermografo è per micropigmentazione e tutte le indicazioni rispetto alle modalità d’uso e le cautele, non fanno mai riferimento al trattamento del Needling.
CONCLUSIONI
In conclusione, al momento, in Italia, non abbiamo una normativa, un decreto o una legge che legittimi l’estetista ad eseguire il trattamento del needling.
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Grazie per la chiarezza e la competenza in un settore quello dell’estetica sempre di più allo sbando e sempre di più con scarso rispetto della categoria. Mi sento di aggiungere che dovreste verificare attentamente anche il mondo cosmetico in quanto come imprenditore del settore da più di 25 anni, la comunicazione in etichetta è sempre di più ingannevole.
Il problema principale è che in Italia in Estetica si fa riferimento solo a quella legge.
Il mercato del beauty invece è sempre in evoluzione e servirebbero aggiornamenti continui.
Avremmo bisogno di elevarci e diventare professionisti, non soltanto strappapeli o decora unghie.
Si lavora sul corpo delle persone.
Ci vuole più preparazione e attenzione sul lavoro.
La scuola di estetica è inadeguata in Italia