Ripasso sulla struttura della pelle

Ripasso sulla struttura della pelle

Ripasso sulla struttura della pelle

Ripasso sulla struttura della pelle.

Lo so, siamo vicino alle ferie e siete stanche ma… in previsione dell’autunno e delle novità che arriveranno dalle aziende cosmetiche, un ripassino sulla pelle lo farei:

Sappiamo che la pelle non serve solo da scudo al corpo umano, ma è l’organo più esteso. Basta pensare che in un adulto è pari a quasi il 18% del peso corporeo. 

Dal punto di vista fisico, la pelle, è una superficie complessa che avvolge e riveste l’organismo umano con il compito di proteggerlo. La pelle, di fatto, è formata di tre tessuti sovrapposti differenti per funzione, struttura e origine a livello embrionale. Partendo dall’esterno troviamo: epidermide; derma e ipoderma.

Vi è poi un ulteriore suddivisione di cui tener conto e cioè: derma e ipoderma hanno origine dal mesoderma (foglietto embrionale* intermedio), mentre l’epidermide si forma dalle cellule dell’ectoderma, da cui deriva anche il sistema nervoso centrale.

Questo spiega perché la superficie cutanea sia una protezione, ma anche uno “sfogo” preferenziale di numerose patologie nervose associate a stati di stress, infatti, i fenomeni psicosomatici che hanno un origine nervosa, trovano sfogo sulla pelle.

primo strato della pelle: epidermide

La parte della pelle visibile esternamente è costituita da cellule prive di vita: i corneo citi. 

Queste cellule non hanno più il nucleo e, di conseguenza, il materiale genetico che ne consente la vita. 

Essendo l’epidermide “lo scudo” dell’organismo umano, la superficie cutanea non è inerte e immutabile. Al contrario, è in continuo rinnovamento, infatti le cellule superficiali si staccano a migliaia alla volta, seguendo un processo di esfoliazione costante durante tutto l’arco dell’anno, detto turnover cutaneo.

come mai, nonostante questo rinnovamento costante, la pelle non si assottiglia?

Considerando che le cellule superficiali vengono ricambiate completamente all’incirca una volta al mese, nuove cellule provengono dagli strati profondi dell’epidermide.

Esse arrivano in superficie non vive e con una forma assottigliata. L’epidermide non riduce il suo spessore poiché le cellule che si distaccano. Di fatto, vengono rimpiazzate da altre, neoformate nella zona più interna adiacente al derma, conosciuta come “strato basale”. 

Le cellule dello strato basale sono vive e si riproducono: da una cellula madre si originano due cellule figlie esattamente uguali. Poi, una delle due cellule figlie, resta identica alla cellula madre, con la possibilità di dare origine a nuove cellule, mentre l’altra inizia a produrre una grande quantità di una sostanza detta “cheratina”. 

Proprio la quantità elevata di cheratina determina la “morte” della cellula stessa. 

La cellula perde il nucleo e alla fine di questo processo di maturazione giunge alla superficie dell’epidermide con una struttura fisica molto simile ad una squametta assottigliata: estremamente resistente e impermeabile grazie alla cheratina di cui è formata in massima parte.

Cosa succede all’epidermide con l’invecchiamento?

I cambiamenti dell’epidermide legati al trascorrere del tempo si possono riassumere come segue: rallenta il turnover cellulare, in particolare dai 40/45 anni in poi, di conseguenza la superficie cutanea non si rinnova più in modo naturale una volta al mese.

I corneociti si distaccano con maggiore lentezza, restando attaccati alla pelle per un tempo più prolungato, dando all’incarnato un aspetto poco luminoso con una tendenza al grigio. L’epidermide si riduce di spessore e, soprattutto in menopausa, diventa meno elastica e tonica.

Il film idrolipidico (miscela di sostanze grasse idrofile, che riveste la superficie cutanea) si modifica sia nella composizione sia nella quantità, diminuendo con il tempo, così la pelle si disidrata più velocemente ed è maggiormente esposta all’ambiente esterno.

La pigmentazione diventa di frequente disomogenea. Già intorno ai 30 anni possono apparire zone iperpigmentate, rispetto ad altre più chiare. 

Il fenomeno peggiora in seguito all’esposizione prolungata ai raggi solari nel corso degli anni senza un adeguata protezione. Attenzione perché l’esposizione solare “selvaggia” influisce in modo negativo anche sulla trama cutanea, che subisce già con gli anni i danni da photoaging.

secondo strato della pelle: derma

Stabilito che l’epidermide adempie, principalmente, alla funzione protettiva, il derma ha un ruolo fondamentale di sostegno strutturale del tessuto cutaneo.
Completamente differente per origine e funzioni, il derma è formato da cellule, i fibroblasti, che al contrario di quelle epidermiche, hanno una lunga vita produttiva. Le sostanze sintetizzate dai fibroblasti sono riversate all’esterno delle cellule.

Osservata al microscopio la disposizione del derma appare con rari fibroblasti immersi in una grande quantità di sostanze che formano la matrice extracellulare, dalla consistenza di un gel denso, compatto ed elastico, i cui componenti principali sono:

Proteoglicani

Dei quali il principale è sicuramente l’acido ialuronico.

Sono molecole voluminose formate da una parte di natura proteica unita a una zuccherina, che hanno la capacità di legare ingenti quantità d’acqua rispetto al loro peso molecolare.
(Ndr. quando si parla di idratazione e disidratazione cutanea, non si mai riferimento al contenuto d’acqua del derma che è costante e non dipende dalle condizioni epidermiche superficiali).

Collagene

Una proteina resistente e piuttosto elastica che nel derma si dispone a formare una sorta di impalcatura e che rappresenta il 90% del peso complessivo del derma. È di fatto il principale sostegno “fisico” della pelle e contribuisce a conferire resistenza alle forse di compressione.

Elastina

Una proteina in grado di allungarsi e contrarsi, entro certi limiti, senza subire danni, garantendo alla pelle la possibilità di “deformarsi”. Ci sono casi in cui, se questo processo di “deformazione” supera la capacità elastica dell’elastina, come in caso di gravidanza o di rapido aumento di peso, l’elastina si “stira” con la conseguente “smagliatura” del tessuto.

Fibroblasti

Che producono altre molecole importanti, oltre a quanto descritto in precedenza, anche se meno rappresentative come percentuale di peso.

Tra queste la più interessante è la fibronectina, una proteina in grado di legare e connettere tra loro le varie strutture del derma, mantenendo in questo modo la matrice extracellulare il più compatta possibile.

Con il passare degli anni anche il derma si modifica

L’attività produttiva dei fibroblasti rallenta già a partire dai 35 anni.

Le cellule dermiche producono una quantità inferiore di matrice extracellulare.

L’elastina diminuisce  dopo i 40 anni e in generale tutta la pelle perde fortemente di elasticità.

L’acido ialuronico e tutti i proteoglicani registrano un regolare calo, già dai 30 anni si comincia ad avere una pelle meno tesa.

La tipologia del collagene nel corso degli anni si modifica diventando meno elastico e più fibroso.

Dopo i 45/50 anni si attivano naturalmente alcune sostanze, chiamate metalloproteinasi, che sono enzimi in grado di distruggere le proteine dermiche assumendone anche il nome di riferimento che li identifica come: collagenasi, elastasi e ialuronidasi. Questi contribuiscono ad impoverire ulteriormente la matrice extracellulare e di conseguenza la capacità di sostegno e l’elasticità cutanea. Per questo motivo il tono della pelle dopo i 40/45 subisce un forte calo.

Le difese immunitarie cutanee diminuiscono, sono proprio queste ad intervenire in tutti i processi rigenerativi della pelle, per cui i danni cutanei causati, ad esempio, dall’esposizione solare oppure dallo stress, sono rigenerati con maggiore difficoltà con il passare del tempo.

Il microcircolo rallenta, pertanto alle cellule arriva una quantità inferiore di nutrienti e ossigeno, e in corrispondenza, le scorie e le tossine formate dalle attività metaboliche quotidiane rimangono più a lungo nei tessuti.

Terzo strato della pelle: ipoderma

Il terzo tessuto cutaneo in ordine di profondità è l’ipoderma, le cui cellule prendono il nome di adipociti.

Queste hanno la funzione di accumulare sostanze grasse come “stoccaggio” di energia. Il grasso del tessuto adiposo, oltre a fungere da riserva energetica, contribuisce a mantenere costante la temperatura corporea.

cosa succede all’ipoderma con il passare degli anni?

I principali cambiamenti strutturali dell’ipoderma incominciano a verificarsi a causa della variazione ormonale durante la menopausa. La quantità complessiva di grassi immagazzinati negli adipociti si riduce, con la conseguente perdita di densità dell’ipoderma.

La pelle, a sua volta, sembra cadere verso il basso, poiché vengono a mancare il sostegno e il volume del tessuto più interno. Questo fenomeno di “cedimento” è più visibile nelle zone maggiormente soggette alla forza di gravità come: zigomi, mento e collo, interno delle braccia e delle cosce.

É inoltre più evidente nei soggetti femminili.

(Se ve lo siete persi: qui trovate le differenze della pelle tra uomo e donna)

*I foglietti embrionali sono il risultato della suddivisione in migliaia di volte della cellula zigote, che si forma a partire dalla fecondazione. I foglietti embrionali sono (a partire dall’esterno) ectoderma, mesoderma ed endoderma.

La Vostra Valentina

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Valentina Benedetto

Valentina Benedetto

Valentina è l’ideatrice del concetto di Estetispa, nonché la figura principale con la quale si interfacciano le estetiste. Nasce come Spa Manager e dopo anni di attività dove aiuta le estetiste dei suoi team, decide di volerne aiutare di più così realizza Estetispa per fornire strumenti ed informazioni che secondo lei sono utili alle estetiste per potersi affermare professionalmente.
  1. Ketty| 25 Luglio 2018 |Rispondi

    È vero!! C’è sempre bisogno di ripassare !
    GRAZIE

  2. Ketty| 25 Luglio 2018 |Rispondi

    Complimenti Valentina ! Grazie per tutti gli articoli super interessanti !

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