Dermopigmentazione: dermografo e cartucce

Dermopigmentazione: dermografo e cartucce

Dermopigmentazione: dermografo e cartucce

Dermopigmentazione: dermografo e cartucce.

Questo mese, nel nostro appuntamento fisso con la rubrica sulla dermopigmentazione, affrontiamo un argomento estremamente tecnico ma che vi sarà utile nella scelta della tecnologia adatta per eseguire dermo e trico pigmentazione.

Come sempre ci avvaliamo dell’esperienza di Teresa Fabbri – Beautech Academy, referente per noi, del progetto Be need EVO Tecnologie per Micropigmentazione e Bio-rimodellamento Beautechper parlare del dermografo e delle cartucce. Ecco quello che Teresa ha da dirci:

«Una “macchinetta” con la quale si possono eseguire i tatuaggi artistici, non ha le performance adatte alla dermopigmentazione e ancor meno alla tricopigmentazione. 

Difatti, ci sono ingegneri e tecnici che lavorano quotidianamente sul bilanciamento del peso del dermografo, sul dove è meglio posizionare il motore (che è la componente pesante), sui materiali che donino resistenza e leggerezza, il tutto per evitare di sbilanciare e quindi poi affaticare, la mano dell’operatrice. 

Vengono studiati sistemi per contenere le vibrazioni in quanto: vibrazione = movimento = meno stabilità della mano dell’operatrice = potenziali problemi nell’esecuzione del trattamento e del conseguente risultato.

Il motore studiato in casa Beautech, ha una potenza di 15volt, leggermente superiore alla media, questo, unito ad una molla con una resistenza particolare, garantisce un’entrata ed un’uscita delle punte dalla pelle più veloce per evitare il rischio di graffiare la pelle (rischio che si può correre se le punte rimangono quel o quei decimi di secondo in più).»

la fuoriuscita della punta della cartuccia

«È estremamente utile avere un aiuto per sapere la fuoriuscita della punta dalla cartuccia, soprattutto per le neofite del mestiere.

Se vogliamo accennare alla dermopigmentazione paramedicale, la device di Beautech offre un brevetto tarato al decimo di millimetro, una ghiera, per sapere esattamente la fuoriuscita della punta.

Questo ci è utilissimo, ad esempio, se dobbiamo tatuare un’areola su un seno che presenta protesi!

Le cartucce invece, hanno un sistema brevettato chiamato anti back-flow che evita il “risucchio” di pigmento all’interno del motore. Questo ci permette di lavorare in sicurezza ed igiene estremi in quanto evita la contaminazione del motore del dermografo da parte di fluidi biologici.»

Parliamo delle cartucce

«Bene, ora pensiamo alle cartucce! Mi piace fare questa similitudine: le cartucce per le dermopigmentiste sono come i pennelli per un artista.

Vi elenco le cartucce che per me sono fondamentali:

ad una punta generalmente ne servono 2: una super sottile (una punta nano liner da 0.18 mm – 0.20 mm) ed una un po’ più spessa (una punta liner da 0,30 mm). Queste unità di misura sono parti di millimetro ed indicano la misura del diametro della punta: 0,30 ad esempio equivale a circa ⅓ di millimetro, 0,20 ⅕ di millimetro.

a punta multipla vi consiglio quelle a 3 punte:

3 punte liner: 3 punte in acciaio chirurgico appuntite, saldate vicinissime tanto da far fluire il colore in un’unica linea più spessa rispetto alla cartuccia ad una punta. Questa cartuccia si può utilizzare in tantissime tecniche ed effetti come ad esempio: riempire la zona infraciliarecreare un contorno visibile ma sottile alle labbra ecc…

3 punte shader: 3 punte disposte a triangolo con spazio tra una e l’altra; questo permette di trasportare all’interno della pelle molto più colore e in maniera non lineare. Con questa cartuccia possiamo, ad esempio, sfumare le labbra o creare sfumature intense nelle sopracciglia. Shader significa appunto sfumatura.

Esistono poi altre cartucce come:

Magnum: composta da 5 punte disposte su 2 file, 3 sotto e 3 sopra. La caratteristica di questa composizione è la quantità di inchiostro trasportato, saturato molto velocemente. Si può utilizzare a 45°/60° (rigorosamente con le 3 punte che poggiano sulla pelle) oppure in modalità pendolo.

Flat: composta da punte disposte sulla stessa fila. È una cartuccia utilizzata per sfumature, per dermopigmentiste esperte in quanto è più facile infiammare la pelle. Con questa punta non sarà possibile creare riempimenti ma solo sfumature.

L'affilatura della punta?

«La punta, a sua volta, ha una affilatura (taper) che può essere:

  • Short taper: punta conica, rilascerà puntini più grossi;
  • Medium taper: punta conica allungata, rilascerà puntini medi;
  • Long taper: punta affilata, rilascerà micro puntini.

Ogni punta ha uno scopo preciso e l’operatrice saprà come è meglio abbinarla alla tecnica che desidera eseguire e naturalmente alla pelle della cliente.»

Se ve lo siete perso ecco l’articolo: “Dermopigmentazione: inchiostri e colori reach”

Volete saperne di più o approfondire la vostra conoscenza tecnica su dermografo e cartucce? Vi lascio i contatti di Beautech ⬇

La vostra Valentina

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Valentina Benedetto

Valentina Benedetto

Valentina è l’ideatrice del concetto di Estetispa, nonché la figura principale con la quale si interfacciano le estetiste. Nasce come Spa Manager e dopo anni di attività dove aiuta le estetiste dei suoi team, decide di volerne aiutare di più così realizza Estetispa per fornire strumenti ed informazioni che secondo lei sono utili alle estetiste per potersi affermare professionalmente.

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