Gli utensili per manicure e pedicure

Gli utensili per manicure e pedicure

Ciao Ragazze e ciao Ragazzi, come vi ho anticipato nella live di lunedì (link), quest’anno affronteremo tantissimi argomenti in modo utile e funzionale dando anche molto spazio a tutto ciò che ruota intorno ai trattamenti mani (leggi il primo blogpost qui) e piedi.

Ho chiesto ad una cara amica di aiutarmi in questo percorso IN-formativo… ve la presento, lei si chiama Enrica di Bon ed è titolare dell’azienda Wictor, specializzata nella produzione e commercializzazione degli utensili per manicure e pedicure.

Affronteremo tantissimi argomenti super interessanti partendo dalle basi cioè, da come sono fatti questi utensili: l’acciaio!

L’acciaio è una lega, non è un minerale. Non si trova in natura.

Immaginiamo un grande pentolone dove facciamo un minestrone. Nel pentolone dell’acciaio ci sono principalmente Ferro e Carbonio, poi tutta un’altra serie di elementi che danno le caratteristiche all’acciaio.

Come un minestrone, se noi aggiungiamo le carote sarà più dolce, le patate più denso, gli spinaci più amaro, così nel pentolone dell’acciaio se aggiungiamo un certo tipo di componente possiamo ottenere maggiore o minore inossidabilità, oppure altre caratteristiche necessarie al tipo di uso a cui è destinato.

L’acciaio comune (non inox) è utilizzabile nel nostro settore solo nel caso del monouso (lame sgorbie o le lame dei tagliacalli che ad oggi, da scheda tecnica 12 del decreto 206, non sono più utilizzabili in estetica professionale), negli altri casi è necessari produrre strumenti che siano sterilizzabili e quindi in acciaio INOX.

Nel caso degli utensili da taglio, abbiamo necessità di due caratteristiche: l’INOSSIDABILITA’ e la DUREZZA.

Con la prima possiamo sterilizzare gli strumenti evitando la ruggine, con la seconda mantenere a lungo l’affilatura. Il problema è che non sempre le due caratteristiche vanno di pari passo e bisogna trovare un compromesso tra esse.

Quindi un tronchese non ha una inossidabilità pari per esempio all’acciaio per le pentole, se usassimo quello, dopo un paio di tagli delle unghie, le punte sarebbero da riaffilare perché non è un acciaio con cui si può ottenere una durezza sufficiente all’usura del taglio.

Inoltre gli agenti esterni, come gli acidi peracetici, aggrediscono il materiale, anche se inossidabile.

Dalla colata dell’acciaio (il pentolone), all’utensile finito, ci sono tante e diverse fasi di lavorazione tra le quali il trattamento termico di tempra e di rinvenimento.

Questi due processi permettono alle componenti dell’acciaio di fondersi tra loro per ottenere la durezza che ci serve: l’utensile non deve essere fragile ma abbastanza duro per mantenere l’affilatura.

Quindi sterilizzazioni con temperature che si avvicinano ai 200°C danneggiano lo strumento in quanto innescano il processo di rinvenimento dell’acciaio e gli fanno perdere durezza.

Di conseguenza l’affilatura del vostro tronchese durerà molto poco.

Gli strumenti nichelati o cromati non sono adatti all’uso professionale in quanto non possono essere disinfestati nel peracetico né sterilizzarti nell’autoclave. Sono strumenti in acciaio comune rivestititi da una “laccatura” di nichel o cromo che li protegge dall’ossidazione (formazione della ruggine).

Gli acidi dei peracetici o la temperatura dell’autoclave, danneggiano il rivestimento favorendo la comparsa della ruggine.

Per quanto riguarda invece la verniciatura, generalmente questa riguarda le pinzette. Sconsigliamo l’uso di pinzette verniciate in campo professionale, le temperature dell’autoclave sono molto vicine a quelle dei processi di verniciatura e quindi la sterilizzazione in autoclave danneggia la verniciatura.

Colorazioni con effetto “gommoso” potrebbero essere ancora più problematiche.

La finitura (aspetto esteriore) degli strumenti non rivela il tipo di acciaio.

La finitura può essere:

LUCIDA: effetto a specchio, tipo le pentole di acciaio. Non si distingue facilmente l’utensile inox lucido da quello cromato.

SATINATA: effetto opaco ma con delle micro striature.

SABBIATA: effetto opaco, un po’ più scuro della satinatura e non si vedono le micro striature. Questo effetto si ottiene sparando sul materiale delle microsfere di vetro.  Erratamente viene abbinata ai tronchesi che venivano chiamati “Cobalt”.

Premesso che nei prossimi blogpost affronteremo argomenti importanti come la sterilizzazione di questi strumenti, riassumiamo quanto detto fin’ora:

  • INOX non significa inossidabile in assoluto, gli agenti esterni possono causare la ruggine. Quindi dopo aver usato il peracetico è necessario assolutamente RISCIACQUARE sotto ACQUA CORRENTE, ASCIUGARE (anche con un phon).

Se l’autoclave non ha l’asciugatura, gli strumenti una volta estratti devono venire asciugati.

E’ molto importante togliere tutti i residui degli acidi perché questi continuano ad agire sul materiale, soprattutto nei punti in cui è più difficile eliminarli (vedi incastri, vite molla).

I residui dell’acido rimangono di solito nei soliti punti segnati in rosso: incastro e vite/molla. Di solito la ruggine si forma qui.

Se avete l’abitudine di risciacquarli in un contenitore invece che nell’acqua corrente, tenete presente che dopo ore di risciacquo nel contenitore di acqua “pulita” ci sarà una certa concentrazione di acido. Vi consigliamo quindi a fine giornata lavorativa di lavare tutto sotto acqua corrente ed asciugare.

Usare periodicamente un olio lubrificante adatto, protegge anche dalla formazione della ruggine.

Ecco come fare:

  • aprire il tronchese e far scivolare una goccia in verticale.
  • Inserite una goccia nella vite della molla.
  • Potete anche ungere il punto dove la molla “striscia” all’interno del manico, otterrete uno scorrimento migliore.
  • Le alte temperature reagiscono con il materiale. Quando uno strumento diventa marrone/nero, significa che è stato ricotto.

Stessa cosa che accade alla pentola dimenticata sul fuoco. Solo che per la pentola è un danno estetico, per il tronchese invece è funzionale.

Rischia di perdere la durezza e la durata del taglio sarà breve, anche dopo ogni affilatura.

Le temperature raggiunte dalle autoclavi non danneggiano gli strumenti. Se li estraete bruciati dall’autoclave, dovete verificare la funzionalità della stessa.

Gli sterilizzatori a sfere possono bruciare gli strumenti.

Vi consigliamo di mantenere la temperatura sotto i 200°C e di spegnere lo sterilizzatore seguendo le istruzioni d’uso.

Attenzione: se la temperatura continua a salire, cuocerete le punte.

Direi che per oggi di nozione ve ne abbiamo date parecchie ma se avete domande, potete scrivermi e le rivolgerò ad Enrica Di Bon dell’azienda Wictor, per darvi risposta.

Vi lascio anche i suoi contatti

Se volete sapere dove acquistare i prodotti Wictor, cliccate qui: https://www.wictor.net/k/it/eur/index/fres/default

La Vostra Valentina

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Valentina Benedetto

Valentina Benedetto

Valentina è l’ideatrice del concetto di Estetispa, nonché la figura principale con la quale si interfacciano le estetiste. Nasce come Spa Manager e dopo anni di attività dove aiuta le estetiste dei suoi team, decide di volerne aiutare di più così realizza Estetispa per fornire strumenti ed informazioni che secondo lei sono utili alle estetiste per potersi affermare professionalmente.

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